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Leptospirosi del cane: sintomi, cura e vaccino

Le acque stagnanti sono rischiose per i nostri amici animali, perché sono l’habitat perfetto per i batteri che trasmettono al cane la leptospirosi. Si tratta di una malattia molto aggressiva e l’unico modo per prevenirla è la vaccinazione.
Immagine di un cane affetto da leptospirosi.
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  • Patologie
  • Servizi

    • Malattie infettive
    8 Maggio 2025

    Con il termine “leptospirosi” si indica una serie di malattie infettive provocate da batteri del genere Leptospira. Per il cane la leptospirosi è una patologia molto pericolosa, che può portare l’animale alla morte nel giro di pochi giorni. Per questo è importante conoscerla, prevenirla e diagnosticarla in fretta. 

    Come agiscono i batteri della leptospirosi?

    Gli animali infettati dalle leptospire si dividono in ospiti accidentali e ospiti di mantenimento.

    • Un ospite accidentale è l’animale che contrae la malattia, come il cane.
    • Un ospite di mantenimento è un animale che funziona da serbatoio per i batteri: li tiene in vita, permette loro di proliferare esponenzialmente e li libera nell’ambiente esterno attraverso l’urina. All’interno di un ospite di mantenimento, il batterio è poco patogeno, per cui questo esemplare riesce a non ammalarsi. Appartengono a questa categoria i roditori comuni, scoiattoli, ricci, volpi, mustelidi, cinghiali e altri animali selvatici, ma anche cavalli, maiali, ovini e bovini. 

    Gli animali selvatici, tradizionalmente diffusi nei boschi e in campagna, negli ultimi anni si sono avvicinati tanto ai contesti urbani in cerca di cibo e rappresentano un importante fattore di rischio anche nei centri abitati. Diverso è il caso dei topi, che sono sempre stati diffusi anche in città, attratti da resti di cibo e spazzatura, e sono particolarmente pericolosi perché trasmettono le varianti infettive più aggressive per i cani.

    Come si trasmette la leptospirosi?

    Le leptospire vengono immesse nell’ambiente attraverso l’urina degli animali infetti, ma la loro resistenza ambientale è limitata, per cui una volta espulse dall’ospite di mantenimento non sopravvivono a lungo. A meno di non finire in acque stagnanti. Infatti, nell’acqua dolce stagnante, a una temperatura compresa tra 18°C e 30°C, i batteri possono sopravvivere anche 6 settimane. Gli ambienti più a rischio di contaminazione sono stagni, canali, fossati, acquitrini e tutte le aree circostanti.

    L’infezione quindi può avvenire in due modi:

    • per trasmissione diretta, attraverso l’urina infetta
    • per trasmissione indiretta, attraverso l’acqua contaminata

    Il batterio può entrare nell’organismo del cane per ingestione oppure tramite le mucose o la pelle, qualora siano presenti graffi, ferite o abrasioni. Se ad ammalarsi è una femmina gravida, le leptospire si trasmettono tramite la placenta anche ai feti, che purtroppo sono destinati a morire.

    Quali sono i sintomi della leptospirosi?

    Una volta infettato il cane, le leptospire causano un’infezione sistemica nel sangue, che aggredisce gli organi interni, in particolare reni e fegato nella sua fase più avanzata. La gravità della malattia dipende dalla variante batterica che ha contagiato il cane, dalla risposta immunitaria dell’animale e dalla forma acuta o cronica. 

    Se il cane contrae la patologia in forma acuta, dopo un periodo di incubazione che varia da 5 a 14 giorni compaiono i sintomi della leptospirosi:

    • febbre alta
    • letargia
    • abbattimento
    • sete intensa
    • disidratazione
    • insufficienza renale
    • insufficienza epatica
    • disturbi gastroenterici
    • congiuntivite
    • emorragie
    • ittero

    Alla comparsa dei primi sintomi è fondamentale rivolgersi al veterinario senza tergiversare. La leptospirosi è un’infezione molto aggressiva e può portare il cane alla morte in un tempo che va da 3 a 20 giorni.

    Invece, nel caso in cui l’animale contragga la malattia in forma cronica, l’insufficienza renale si evolve molto lentamente e manifesta sintomi scarsi, quindi è più difficile da diagnosticare.

    Come si cura un cane affetto da leptospirosi?

    La diagnosi avviene tramite esami di laboratorio che permettono di individuare il ceppo batterico che ha infettato l’animale e di valutare i danni. Quindi il veterinario prescrive una terapia antibiotica per fermare e debellare l’infezione e una terapia di supporto per ridurre i sintomi e le complicanze già in atto negli organi interni.

    Come dicevamo, il decorso della malattia è molto veloce e aggressivo. Quindi prima inizia la cura, maggiori sono le possibilità di guarigione. Possibilità che aumentano nei cani vaccinati.

    Quando si fa il vaccino contro la leptospirosi?

    I cani cuccioli vengono vaccinati nell’ambito del primo ciclo vaccinale, quando hanno circa 6 settimane di vita. Quindi dev’essere fatto un richiamo dopo 4 settimane dalla prima inoculazione e poi un richiamo ogni anno. Negli esemplari a rischio, che vivono in campagna, in montagna o in prossimità di allevamenti è consigliabile fare un richiamo ogni sei mesi.

    Il vaccino contro la leptospirosi non esclude completamente il contagio, ma riduce la gravità dell’infezione e l’espulsione dei batteri attraverso l’urina. Questo limita la diffusione delle leptospire nell’ambiente e protegge anche te, dal momento che la malattia può colpire anche l’uomo.

    La leptospirosi è contagiosa per l’uomo?

    La leptospirosi è una zoonosi, quindi una patologia trasmissibile da un animale all’uomo e viceversa. Le persone più esposte sono agricoltori, allevatori e veterinari, tanto che per queste categorie è considerata malattia professionale. Di fatto però sono a rischio tutte le figure che possono entrare in contatto con acque dolci stagnanti, potenzialmente contaminate. Cacciatori, pescatori, escursionisti, persone che cercano funghi o castagne, perfini gli atleti di triathlon, oltre naturalmente a chi porta a passeggio il cane in zone.

    La trasmissione avviene allo stesso modo, per contatto con l’urina oppure con acqua o terreni contaminati. Anche le vie di accesso sono le stesse: mucose esposte, graffi, ferite o abrasioni cutanee. 

    In Italia non esiste un vaccino per l’uomo contro la leptospirosi. Perciò la prevenzione passa attraverso misure diverse, in particolare:

    • evitare il contatto con animali potenzialmente infetti o acque potenzialmente contaminate, 
    • proteggersi con indumenti e dispositivi adeguati nel caso si svolga una professione o un’attività a rischio.

    Il trattamento della malattia dipende dalla gravità con cui si manifesta, ma si basa essenzialmente sulla terapia antibiotica, salvo casi particolarmente difficili che possono richiedere anche trasfusioni di sangue o dialisi.

    Vaccinare il tuo cane contro la leptospirosi significa salvaguardare la sua salute ma anche la tua. Per qualsiasi altra informazione, o per prendere appuntamento, contattaci subito.

    Prevenzione, Vaccini

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